Valvole termoioniche, un’invenzione vecchia più di 100 anni… riuscirò a farne funzionare una?
Dopo diversi tentativi con tecnologie recenti, con esito più che positivo, come con i transistor (LDMOS), volevo capire, in base alle mie capacità, se fossi stato in grado di fare lavorare una tecnologia vecchia 4 – 5 volte rispetto alla mia età.
Una valvola termoionica, nel mio caso un triodo scelto per la semplicità di utilizzo a discapito di una leggera performance negativa, rispetto ad un pentodo o altro…
Tengo a precisare che tutto il materiale è stato assemblato e creato da me, senza l’utilizzo di componenti già assemblati che si possono reperire sul mercato, a parte il trasformatore e la valvola.
Il triodo scelto è una piccola valvola sovietica GI-7B, che opera come oscillatore e amplificatore in configurazione griglia a massa.
Il trasformatore è un 2.000 Volt CA, 1.800 VA avremo quasi 1 Ampere a disposizione.
La tensione alternata viene raddrizzata, in questo mio test, utilizzando 6 diodi raddrizzatori standard BY255 per ramo per un totale di 24 diodi.
Ogni diodo ha in parallelo una resistenza di X valore per bilanciare le correnti.
Così facendo abbiamo 2.000 V CA X 1.41 quasi 2.600 Volt continui 1 A. Ora il positivo lo chiameremo B+ e il negativo B-.
Attenzione a differenza dei transistor, qui non si scherza, toccare per caso il filo sbagliato può dare fine ad una vita!!!
Tornando a noi, il B+ arriva sull’anodo della valvola e sarà questo, con il B- a fare scorrere la corrente verso il catodo.
Sulla placca della piccola GI-7B il B+ arriva tramite una induttanza di X valore per permettere ad eventuale RF di non andare verso il trasformatore.
La mia GI-7B, dal costo decisamente basso, circa 20 euro nuova, era priva del dissipatore di placca, ma non mi sono perso d’animo, ho risolto questo problema utilizzando come dissipatore quello di un vecchio precessore Pentium 4, si può intravedere osservando la foto qui a lato.
Il B- considerato il ramo non pericoloso viene portato a massa tramite una resistenza di X valore che con un cavo isolato prosegue verso il catodo, per la fatidica polarizzazione del tubo.
Il circuito di Bias è stato copiato da un progetto che ho trovato in rete, la GI-7B deve essere polarizzata con una tensione negativa in TX e interdetta in RX.
A differenza del transistor, interrompere una tensione di 2.600 Volt CC, per interdire la valvola, certamente non è tanto semplice HI.
La RF in ingresso arriva sulla valvola disaccoppiata con un condensatore e un Pi-greco in eguale modo anche in uscita.
Estremamente consigliato un VNA per il collaudo a freddo del circuito ingresso e uscita.
Quello in ingresso può anche essere raggirato da uno a “larga banda” a scapito della pulizia del segnale in uscita.
Critico è stata la taratura del Pi- greco in uscita, per evitare risonanze non volute in giro per lo spettro HF e anche più su HI.
Una volta concluso il cablaggio, molto spartano, preparo il mio Variac recuperato da un cumulo di rottame.
Primo step: alimento il filamento della piccola valvola con i 13 Volt 2 ampere e fino a qui nessun problema.
Secondo step: armato di molto coraggio alzo il Variac fino a dare piena tensione al trasformatore in uscita con 2.600 Volt continui, con mio stupore, nessun botto… evviva!
Sempre coraggiosamente aziono il mio Icom IC 7300 e inizio ad iniettare RF, ma purtroppo riscontro subito un forte disadattamento sull’ingresso della valvola, che ho subito risolto muovendo i variabili del PI-greco in ingresso.
Azionando i condensatori Plate e Load di uscita, con grande stupore, leggo alcuni Watts sul mio fidato Bird 43, ringrazio anche il carico fittizio (Dummy Load) sempre Bird.
Concludendo: ho letto su vari forum, la scarsa soddisfazione di molti radioamatori in merito alla resa di queste valvole.
Io comunque devo ritenermi veramente fortunato, tenendo conto che il test è stato eseguito sulle bande dei 10/11 metri, bande decisamente più critiche rispetto ai 20, 40 e 80 metri, ottenendo la massima potenza di 500 Watt con 30 Watt scarsi di input, da questa piccola valvola.
Le correnti di placca e griglia nella norma, il tutto in classe AB a 2.600 Volt CC.
Risultato di tutto rispetto per una piccola valvola da 20 euro ibrida/pentium 4 HI, sarà stata la classica fortuna del principiante?
Penso di continuare i miei test mettendo in parallelo un’altra GI7B, sperimentare per capire quali possono essere le problematiche del caso, per poi passare ai tubi più grandi come ad esempio la GS35.
Restate sani e… alla prossima valvola!
1SR110 GIULIO